Intro al Capitolo: Questo quarto cap è parecchio corto, purtroppo, tanto che ero
tentata di unirlo con il quinto... ma l'atmosfera là sarà così abissalmente
diversa che alla fine ho deciso di lasciarli separati! So che non succede
moltissimo, ma ha una sua logica nel filo della storia... ditemi cosa ne
pensate! Thanks!
*** 4. La Mia Peggior Paura ***
~ * ~
By Ichigo
Ichigo correva.
Correva…
Correva…
Dove diavolo stesse correndo non lo sapeva neppure lei. Voleva scappare.
Saltò una crepa nel lastricato di pietra.
Forse era già passata di lì, ma non riusciva a ricordare. Sembrava tutto così
uguale.
Era uscita da quella stanza soffocante e si era tuffata in quella sinistra
nebbia opalescente.
Ora correva in un lungo corridoio buio, mentre delle colonne alte le
sfrecciavano ritmicamente ai lati.
Ad un tratto inciampò, per l’ennesima volta, e si ritrovò per terra, sentendo la
polvere grossolana del pavimento escoriarle la pelle.
Si tirò sulle braccia, ansimando per la corsa. Aveva la gola secca perché non
bevevo da ore e si sentiva terribilmente debole perché era a digiuno. Oltre a
ciò, il fiato corto le faceva girare la testa…
Fece per rialzarsi, ma stavolta la caviglia destra le faceva troppo male.
Si passò una mano sugli occhi che le bruciavano terribilmente, ma si rese conto
che erano perfettamente asciutti: aveva smesso di piangere già molto tempo
prima.
Tutto quello per cui aveva combattuto le stava venendo portato via…
Il suo pianeta… la sua casa… la sua famiglia…
I suoi amici… la sua scuola… i suoi progetti per il futuro…
Kisshu l’avrebbe strappata da tutto ciò… dal mondo che si era creata con
pazienza e che aveva difeso fino ad allora con tutte le sue forze.
L’avrebbe portata in quel posto orribile dove viveva con i suoi simili, avrebbe
passato tutta la vita rinchiusa da qualche parte, odiata da quegli alieni così
diversi da lei. E sarebbe stata sua. Per sempre. Un oggetto nelle sue mani…
Era dentro a quello che sembrava un antico tempio. Le colonne attorno a lei
sorreggevano un soffitto su cui si intravedevano delle decorazioni ormai
sbiadite. Il lungo corridoio in cui si trovava spariva pochi metri più avanti,
immerso nell’oscurità.
Mettendosi a sedere, prese a massaggiarsi la caviglia dolente, quando si accorse
che nella caduta si era anche sbucciata il ginocchio: il sangue che le brinava
dalla ferita si era impiastricciato di terra e le macchiava la calza che le era
scivolata giù per la gamba.
Tirando un ultimo respiro, cercò di deglutire, per bagnarsi la gola, invano. Le
faceva ancora troppo male.
No, non ci sarebbe mai arrivata su quel pianeta orribile.
Era sicura che sarebbe morta lì.
Quel pazzo l’avrebbe uccisa.
Al prossimo scatto di rabbia, l’avrebbe uccisa, ne era sicura.
Come poteva impedirglielo?
Ma forse sarebbe stato meglio così…
…piuttosto che essere il giocattolo di Kisshu per il resto della vita…
“Mamma… Papà…” mormorò.
Voleva vedere i suoi genitori.
Se lei fosse davvero morta lì, in quel corridoio tetro, loro sarebbero rimasti
disperati per anni per la sua scomparsa, senza darsi pace, senza mai sapere cosa
le fosse successo, dove fosse finita. Non voleva, non era giusto…
“Non è giusto… non è giusto…” singhiozzò.
Perché lui poteva farle tutto questo?
Voleva tornare a casa, voleva sdraiarsi nell’acqua calda della vasca da bagno,
togliersi quella sporcizia di dosso e dimenticare tutto, fingere che fosse stato
solo un brutto incubo…
Ma le parole dell’alieno le rimbombavano in testa.
“Se solo mi avessi ascoltato in tutto questo tempo! Dannata ragazzina! Tutto
questo non sarebbe successo!”
Mentre le urlava queste cose, stava piangendo.
Non aveva mai visto un ragazzo piangere, soprattutto non avrebbe mai pensato di
vedere lui piangere, mentre la strozzava con le sue mani.
Probabilmente era solo uno squilibrato…
O probabilmente aveva ragione…
In quel silenzio assordante e irreale, Ichigo realizzò che Kisshu poteva davvero
aver ragione: non aveva mai voluto sentire le sue motivazioni, non gliene
fregava niente.
Perché avrebbe dovuto farlo? I discorsi di quel ragazzo fossero fatti solo per
raggirarla… d’altronde, quante volte aveva provato, con l’inganno, a far
crollare la fiducia che riponeva nelle sue amiche e nei suoi poteri?
Per difendere il suo mondo, aveva dovuto fare appello a tutta la forza che
aveva: non poteva permettersi dei dubbi.
Eppure… se avesse, anche solo per una volta, ascoltato quello che lui aveva da
dirle, forse non sarebbero arrivati a quella situazione.
Forse non sarebbero successe molte altre cose…
Retasu
La sua amica lo aveva capito prima di tutte.
Aveva provato a parlare con i loro nemici, a capire le loro ragioni, i loro
sentimenti…
E in un modo o nell’altro, questo aveva fatto la differenza…
Se lo avesse fatto lei, cosa sarebbe cambiato?
Avrebbe potuto evitare la distruzione di Tokyo?
E se avesse conosciuto prima la vera identità e i fini di Profondo Blu? Infondo,
sapeva Kisshu ci era arrivato da tempo… e se lo avesse detto a lei?
E se, invece di combattere quella battaglia crudele, avessero regalato subito
l’Acqua Mew agli alieni?
Anzi… e se non avessero sprecato tutta l’Acqua Mew rimasta sulla Terra per
riparare ai danni provocati dai loro combattimenti?
Ichigo era stanca, fiaccata.
Stanca di tutte quelle domande, di tutti quei rimorsi…