>> L'Amore è Un Gioco? <<

Sono passate un paio di settimane dalla battaglia finale, ma i nostri tre alieni non si sono ancora levati di torno perché hanno avuto un piccolo problema tecnico… Ma ve lo spiegherà meglio Kisshu! (Io cosa? E che ne so??? O_O NdKisshu) Non sapendo come ammazzare il tempo, l’alieno dagli occhioni dorati avrà la brillante idea di mantenere la promessa fatta ad Ichigo, ovvero di rapirla! E ci riuscirà… FANFIC SPERIMENTALE... spero vi piaccia! Buona lettura!

AUTORE: MewLeemoon [contatta]

Genere: Drammatico, Introspettivo
Capitoli: 24
Rating: R
Note Speciali: Non per stomaci delicati
On-Line From: 17/12/05
Aggiornata il: 09/03/07
Stato: In Corso...

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*** 3. Quando Mancano le Parole ***
~ * ~
By Kisshu

God, you dont know that I live with a tons of regret
Cause I used to move you in a way that you've never know
But then I accuse you in a way that you've never know
But you hurt me in a way that I've never know...

Dio, non sai che io vivo con tonnellate di rimorsi
Perché ero solito trattarti in un modo che non avevi mai conosciuto
Ma ora ti accuso in un modo che non avevi mai conosciuto
E tu mi ferisci come nessuno ha mai fatto...

(Break Me, Savage Garden)



Era tardo pomeriggio e cominciava ad imbrunire.
Kisshu era appollaiato su un palo della luce (O_o) e osservava pensieroso tutti quegli umani che correvano pochi metri sotto di lui, affrettandosi per tornare a casa in tempo per la cena.
Come diavolo facevano a non vederlo? Possibile che fossero sempre così assorti nei loro pensieri? Abituati a vivere in quel pianeta così clemente, la loro testa riusciva solo a perdersi in tante fesserie…
Se solo avesse davvero voluto, ne avrebbe potuti fare fuori chissà quanti prima che loro avessero il tempo di accorgersi di cosa stesse succedendo…
 
Ma non era più lì per quello…
Lo scopo per cui si era allenato duramente per anni aveva perso ormai ogni significato…
 
Ora però non era il momento di piangersi addosso, aveva altro a cui pensare: aveva lasciato Ichigo nella sua stanza quella mattina, dopo averla rapita e costretta a baciarlo, quindi se ne era andato a sbollire quella smania sulla Terra.
Dopo che si era comportato così, cosa poteva fare per addolcirla un po’ nei suoi confronti?
Per farle cambiare idea verso di lui?
 
“Pensa Kisshu…” iniziò a ripetersi sottovoce.
Quante volte si era fatto quella maledetta domanda?
“Addestramento militare… addestramento militare… “ prese a massaggiarsi le tempie insistentemente. “Cosa ti hanno insegnato?”
“Come conquistare la fiducia del nemico…”
Le aveva già provate tutte…
 
Il suo stomaco brontolò… -.-“
 
“Trovato!” esclamò battendosi il pugno sul palmo della mano sinistra.
“Qual è il modo migliore per guadagnarsi la fiducia di un animale? Potevo pensarci prima?” sorrise.
Infondo la sua Ichigo era una gattina selvatica… (*)

***

Silenziosamente si materializzò davanti alla porta della sua stanza. Si guardò attorno ma non vide nessuno dei suoi compagni, per fortuna.
Entrò dentro alla triste costruzione quadrata e nella penombra scorse la ragazza raggomitolata sul letto, con le braccia strette attorno alle ginocchia e il viso nascosto sotto la frangetta rossa.
 
Le si avvicinò e si sedette di fianco a lei.
 
“Ciao Ko-Neko-Chan” le disse a bassa voce.
 
Ichigo non gli rispose né si mosse.
 
Lui non si lasciò scoraggiare e posò il piccolo fagottino che aveva portato con sé sulle sue ginocchia.
Era il suo gesto gentile per conquistare la sua fiducia…
 
“Ti ho portato qualcosa da mangiare! Guarda!” le disse sorridendo, sciogliendo il fazzoletto che fasciava la piccola scatola blu.
 
La ragazza scostò appena il viso e si intravidero i suoi occhioni marroni, tra i capelli, fissare la scatoletta del bento.
 
“Voi umani mangiate tutti i giorni, vero?” domandò Kisshu, un po’ incerto, mentre ispezionava il contenuto della scatola. Non aveva la più pallida idea di cosa fosse quella roba…
 
Un flebile “Sì” uscì dalla gola della ragazza. “Mangiamo almeno tre volte al giorno” aggiunse atona.
 
“Ah… come noi”
 
Quel silenzio era molto fastidioso… l’alieno afferrò dalla scatola quello che gli sembrava più commestibile.
 
“Questo sembra buono! Vuoi assaggiarlo?” domandò porgendo alla ragazza una polpettina di granchio fritta. “No? Allora lo mangio io…”
 
Kisshu prese ad assaporare concentrato il cibo terrestre. Non era proprio schifoso…
Visto che aveva parecchia fame, iniziò a spazzolarsi il contenuto della scatola, sperando che Ichigo gli dicesse qualcosa, ma la ragazza continuava a restare immobile con il viso nascosto tra le ginocchia.
 
Dopo aver fatto fuori quasi metà del bento, chiuse la scatoletta e la poggiò in fondo al letto. “La lascio qua Ichigo… così se dopo ti viene fame…”
 
Ma perché non gli diceva nulla?
 
Titubante, allungò una mano sulla sua spalla. “Senti, bambolina, dimmi cosa devo fare con te perché così mi stai esasperando!” tentò.
 
“Non toccarmi!” mormorò lei senza alzare il viso.
 
“E-eh?” domandò lui, tirando indietro la mano.
 
“Ho detto di non toccarmi” ripeté lei con voce dura. “Puoi fare una cosa sola: riportami a casa! Subito!”. Si voltò fissandolo malevolmente negli occhi.
 
“No” tagliò secco Kisshu. “Ti ho portato qua per uno scopo ben preciso e resterai con me. Non discutere! Non hai voce in capitolo!”
 
“E qual è questo scopo? Eh?” sbraitò Ichigo sbattendo improvvisamente le mani sul letto. “Vuoi che venga con te? Non sei ancora soddisfatto? Vuoi anche divertirti con me? Vuoi vedermi piangere di dolore, mentre ti imploro di smetterla? Ti piacerebbe, vero? Ti piace come ti fa sentire, eh? Tu… TU MI FAI SCHIFO!”
 
Quelle parole gli piovvero addosso come una secchiata di acqua gelida.
La guardò senza sapere cosa dire.
Ma per che razza di persona lo aveva preso?
Certo che la desiderava… ma non in quel modo… almeno… non solo così…
Aveva cercato di farglielo comprendere già innumerevoli volte… Come faceva a essere così sciocca?
 
“Devi smetterla, stronzo! Smettila! Tornatene da dove sei venuto! Possibile che là non ti sia trovato uno straccio di ragazza? Noi siamo diversi, capisci? D-I-V-E-R-S-I! Due specie diverse! Vai a dare fastidio alle donne del tuo pianeta!” gli urlò istericamente Ichigo in faccia, arrabbiata come non l’aveva mai vista.
 
“Non ha importanza se siamo diversi… e poi nemmeno tu sei totalmente umana…” le rispose lui, cercando a stento di mantenere un minimo di controllo, sotto quella valanga di insulti.
 
“Ancora con questa storia! Se tu te ne fossi già andato io sarei tornata umana al 100%! Come puoi comportarti in questo modo? Come puoi provare tutto questo odio? Possibile che tu non abbia qualcuno a cui volere bene sul tuo pianeta? Ci sono i tuoi amici e la tua famiglia e…”
 
A questo punto Kisshu non ci vide più. Afferrò Ichigo per le spalle e prese a scuoterla violentemente.
“Adesso sta zitta! Non sai di cosa stai parlando! Non osare mai più parlare del mio pianeta e della mia gente! Hai capito?”.
Iniziò a stringerle le mani attorno al collo, desiderando di ricacciarle in gola quelle maledette parole.
Quel collo così sottile e fragile che sembrava spezzarsi sotto le sue dita…
 
“Smettila…!!!” gli sibilò con ferocia, piegandole indietro la testa.
 
Sul suo pianeta…
Cosa ne poteva sapere lei delle miserie in cui era abituato a vivere?
I suoi amici…
Cosa ne poteva sapere del casino che aveva combinato con Pai e Taruto?
La sua famiglia…
Cosa ne poteva sapere della fine che aveva fatto la sua famiglia?
E soprattutto…
Qualcuno a cui volere bene…
Cosa ne poteva sapere di cosa lo aspettava quando sarebbe tornato a casa?
 
“Se tu mi ascoltassi! Se solo mi avessi ascoltato in tutto questo tempo! Dannata ragazzina! Tutto questo non sarebbe successo!”
 
Ichigo lo fissava con gli occhi spalancati, mentre un suono strozzato le usciva dalla bocca socchiusa.
 
Ma che sto facendo?
 
Lasciò immediatamente la presa, indietreggiando. Aveva il respiro accelerato dallo scatto di rabbia.
 
La ragazza ansimò portandosi le mani alla gola.
 
Perché doveva sempre andare a finire così?
Maledizione!
Si passò infastidito il dorso della mano sulla guancia.
Si accorse inorridito che era umida.
Ma che…?
Stava sudando?
O stava… piangendo?
Possibile?
 
Restò lì impalato a guardare la ragazza singhiozzare silenziosamente a pochi passi da lui, nella penombra. Non ci riusciva. Non riusciva a spezzare quel muro che Ichigo aveva messo verso di lui… continuando così stava solo facendo del male a tutti e due… Eppure erano mesi che questa storia andava avanti! Ma perché non riusciva a darsi pace?
 
Perché…
Perché… in fondo lui non aveva nulla da perdere…
…tranne la sua gattina ovviamente…
 
“Pai ha ragione… io devo essere pazzo!” mormorò passandosi la mano tra i capelli scompigliati. Uscì rapidamente dalla stanza…

***

Kisshu si guardò a lungo nello specchio, sotto la luce fredda della lampada al neon.
La copiosa quantità d’acqua fredda che si era buttato in faccia gli aveva inzuppato la frangia e i due ciuffi di capelli che teneva legati ai lati del viso. Si asciugò alla bella e meglio con un asciugamano, quindi uscì dal piccolo bagno dell’astronave e percorse lo stretto corridoio centrale, rischiarato solo dalle piccole luci guida situate alla base delle pareti.
Passò davanti alle cuccette, ma erano vuote. Di Taruto neanche l’ombra. Spariva spesso negli ultimi giorni...
Uscì silenziosamente dal portellone principale e diede un’occhiata in giro.
 
Fuori c’era solo Pai. Nonostante fosse ormai tarda sera, stava ancora smanettando attorno all’astronave.
Era assolutamente instancabile.
 
Kisshu rimase un po’ a fissarlo in silenzio. Non si era accorto della sua presenza.
Si strofinò gli occhi per l’ennesima volta, sperando che non si vedesse che erano arrossati.
 
“Pai…” chiamò quindi.
Doveva assolutamente distrarsi.
 
“Uh?” L’alieno si sfilò da sotto il reattore. Era tutto impiastricciato di olio scuro e aveva una faccia stanca.
 
“Come va?” gli domandò, più per spezzare quel silenzio che per interesse.
 
“Il reattore è ingolfato, ma non riesco a capire perché. Sto cercando di dargli una ripulita. Ma andrebbe smontato…”
Poi lo scrutò attentamente. “Hai un’aria strana Kisshu… che hai fatto?” gli domandò con un filo di preoccupazione.
 
L’alieno, sentendosi colpito sul vivo, distolse lo sguardo. “Niente… mai stato meglio! Ma non sei stanco di stare lì sotto a fare carezze e moine alla tua fidanzata?” disse, indicando maliziosamente la nave con un cenno del capo.
 
“Qualcuno deve pur farlo! E se nessuno mi dà una mano…” iniziò acido.
 
“Pai! Così mi offendi! Sai che non mi permetterei mai!” esordì l’alieno dagli occhi dorati.
 
Pai scosse la testa e si rinfilò sotto il reattore.
 
“Scherzi a parte, sai che avrei voglia di fare?” domandò Kisshu.
 
“Non oso immaginarlo…”
 
“A-l-l-e-n-a-m-e-n-t-o!” scandì lui, con un ghigno divertito.
 
Pai lo ignorò.
 
“Ehi! Non fare finta di niente! Sono due settimane che stiamo con le mani in mano! Quando torneremo a casa saremo così rammolliti che ci infileranno tutti e due con la testa nel gabinetto come due mocciosi” sbottò.
 
“Kisshu, tu devi essere davvero senza cervello! MA TI SEMBRA CHE HO TEMPO DA PERDERE A FARE A CAZZOTTI CON TE???” sbraitò Pai da sotto l’astronave. “Ho da riparare questo maledetto guasto adesso, altrimenti a casa non ci torneremo più!”
 
“Abbiamo aspettato tanto, possiamo aspettare anche un altro giorno. Tanto più che non sembrano molto ansiosi di vederci…”
 
“No!” tagliò secco Pai.
 
“Avanti!” lo incitò Kisshu, materializzandosi di fianco a lui e dandogli una pedata nelle costole.
 
A quel gesto, Pai si sfilò nuovamente da sotto il reattore si tirò a sedere, guardandolo malamente.
“Non puoi risolvere tutto facendo a botte o cercando di uccidere qualcuno, sai?” gli disse.
 
“Dici?” domandò Kisshu, fissandolo con le braccia incrociate e con un sorrisetto arrogante stampato sulle labbra.
 
“Ma d’altronde, quella faccia da imbecille che ti ritrovi può bastare a farmi cambiare idea…” ringhiò divertito Pai.
 
“Benissimo!” ghignò Kisshu aiutandolo ad alzarsi. “Allora, facciamo così: niente armi e niente teletrasporto, solo una bella scazzotata, Ok?”
 
“Fine come sempre…” osservò l’altro.
 
Quindi si spostarono su un’altra di quelle costruzioni fluttuanti, lontani dall’astronave e si piantarono ad un paio di metri uno dall’altro, studiandosi a vicenda.
 
“Ah… sei pronto? Sembri già stanco!” osservò Kisshu, mentre iniziava a saltellare entusiasta, sciogliendo i muscoli ancora in tensione.
Pai si limitò a fissarlo freddamente, ruotando un paio di volte il collo sulle spalle.
 
Con un grido incitatorio, il primo si lanciò contro il compagno cercando di colpirlo al viso, ma questo schivò il colpo spostandosi di lato.
Senza demordere, si produsse in una raffica di pugni.
Pai li deviò uno ad uno facendoseli scorrere sugli avambraccio, indietreggiando appena.
Kisshu mirò allora allo stomaco, ma Pai gli bloccò il braccio, afferrandogli il polso, quindi contrattaccò cercando di colpirlo al collo con la destra, di taglio.
Rapidamente, il più giovane alzò il braccio libero per parare il colpo, ma Pai gli afferrò anche questo e incrociandogli le estremità, lo immobilizzò.
 
“Hai ragione… in due settimane hai perso colpi, Kisshu” gli sibilò divertito in faccia.
 
Kisshu si liberò con uno strattone e con un movimento rapido ruotò su sé stesso e gli piazzò un calcio nello stomaco.
 
“Ah! Anche tu!” esclamò compiaciuto, guardandolo vacillare.
 
L’altro si riprese prontamente e fece per sferrargli a sua volta un calcio, ma Kisshu lo schivò con un salto e riatterrò più avanti con una capriola.
Quindi ripartì all’attacco.
 
Era molto nervoso e non riusciva a concentrarsi bene. E anche se Pai sembrava stanco, non riusciva a colpirlo come avrebbe sperato.
E bravo Kisshu… si disse ironico.
 
Nel frattempo, mentre cercava di dargli un calcio, Pai gli bloccò la gamba, stringendosela contro la vita con il braccio sinistro e, ruotandogli all’esterno, lo colpì con una gomitata nelle costole che lo spedì per terra. Kisshu si voltò appena in tempo per schivare una seconda gomitata diretta al suo stomaco, rotolando via.
 
Si rialzò ansimando. L’ultimo colpo era stato parecchio doloroso e sentiva tutto il fianco pulsargli.
 
Stavolta fu Pai a partire all’attacco, cercando di colpirlo con le mani strette a pugno. Kisshu usò tutta la sua abilità per schivare i colpi e passare al contrattacco. Riuscì a colpire il compagno un paio di volte all’addome e al collo, prima che questo riuscisse ad afferrarlo per un braccio e a scaraventarlo di nuovo per terra.
Quindi gli si buttò nuovamente addosso con una ginocchiata. Vista l’impossibilità di evitarla, Kisshu si teletrasportò alle sue spalle.
 
“Questo non era nell’accordo!” osservò contrariato Pai, voltandosi per proteggersi.
 
“Sai che io non rispetto mai gli accordi!” ghignò Kisshu, tirandogli un calcio dietro le ginocchia e facendolo cadere.
 
“Beh, non importa” considerò Pai, rialzandosi velocemente, mentre il suo avversario ripartiva all’attacco. “Tanto tu ti scopri sempre troppo!”
Così dicendo, schivò un pugno e con un movimento fulmineo lo afferrò per la gola. Quindi se lo rigirò dietro al braccio, stringendolo con l’avambraccio e lo tirò giù, facendolo piegare all’indietro sulla schiena. (**)
 
“OH! OH! OH!” esclamò Kisshu, tenendosi al braccio di Pai per non cadere per terra.
“Ok… ho capito…ho capito! Ora ti dispiace mollarmi?!”
 
Pai lo fissò per un po’, divertito, mentre si dimenava invano per liberarsi. Quindi lo lasciò, facendolo stramazzare al suolo con un tonfo e fece per andarsene.
 
“Già stanco?” osservò ansimante Kisshu, ancora per terra.
 
L’altro lo fissò con la coda dell’occhio. “Me ne vado a dormire… e tu faresti meglio a trovare un modo meno seccante di risolvere i tuoi problemi!” disse gelido, smaterializzandosi.
 
Kisshu sospirò, stanco, mentre il freddo pavimento di pietra gli gelava la schiena nuda.


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Kisshu: Che donna violenta… ma perché scrivi certe cose?
Autrice: Ho visto un film di arti marziali in tv prima di scrivere questo capitolo! Volevo dare una botta di vita alla storia! ^o^
Kisshu: Le uniche botte sono quelle che ho preso io… U_U
Autrice: Se tu hai la testa tra le nuvole mentre combatti, non è mica colpa mia!
 
Note:
 
(*) Autrice: Ora mi sei scaduto proprio in basso… -.-
Kisshu: Perché??? O_O
Autrice: Un po’ di romanticismo no, eh?
Kisshu: Senti chi parla…
 
(**) Autrice: Questo l’ha fatto davvero il mio insegnante di arti marziali ad un mio compagno… vi assicuro che non è piacevole!
Kisshu: Ho notato!!! >__<


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