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*** 2. Il Bacio e la Sua Forza ***
~ * ~
By Kisshu
Kiss or kill at fallen will |
Dare un bacio o dare la morte ad un desiderio caduto |
(Kiss or Kill - Himsa) (*) |
Kisshu era rimasto per almeno due ore appoggiato alla parete con le braccia
incrociate e senza emettere nemmeno un suono. (sai che palle… NdKisshu)
Né Taruto né Pai potevano essersi accorti di nulla, per fortuna!
Non li voleva in mezzo ai piedi in quello che stava facendo, perché era sicuro
che non avrebbero mai approvato.
Ma lì si sentiva abbastanza tranquillo: non sarebbero mai venuti a disturbarlo.
D’altronde, dopo i brutti tiri che gli aveva giocato nell’ultimo periodo, era
raro che lo venissero appositamente a trovare nella sua stanza.
Se quella si poteva chiamare stanza…
Avevano creato quella dimensione parallela quando erano venuti sulla Terra,
poiché era l’unico modo per mantenere un contatto costante con Profondo Blu.
Non era mai stata molto accogliente: le uniche costruzioni erano state
materializzate secondo residui psichici di antichi edifici che risalivano al
tempo in cui i loro antenati abitavano sulla Terra.
Si componevano solo di freddi blocchi di pietra, corrosi dai secoli, che
volteggiavano in un nulla infinito di un’inquietante tonalità verde brillante…
Era stato lo stesso Profondo Blu a desiderare quei ruderi invece di un posto un
po’ più accogliente.
“Così ricorderete sempre come eravamo grandi qua sulla Terra, e come siamo
ridotti ora!” aveva detto.
Che idiota! pensò Kisshu.
Comunque, piuttosto che passare tutte le giornate appiccicato ai suoi compagni e
riposare nelle piccolissime cuccette della loro astronave, che gli ricordavano
più i loculi di un cimitero che dei letti, aveva preferito vivere lì per tutto
quel tempo e dormire su un duro blocco di pietra rialzato su cui aveva
accatastato alla bella e meglio delle coperte.
Probabilmente il letto più scomodo dell’universo…
Ma ora su quel letto era sdraiata Ichigo, ancora svenuta.
Si protese un po’ in avanti per vedere la ragazza da un’altra angolazione. Il
suo respiro era leggero e regolare ma non accennava a svegliarsi. Eppure era
stato molto attento a non colpirla in modo pericoloso…
“Che attesa snervante!” borbottò sottovoce, tamburellandosi un dito sul braccio.
Ad un tratto, con un tintinnio del suo campanellino, Ichigo si mosse.
Kisshu sussultò, mentre il cuore gli partiva nuovamente a mille.
Vide la ragazza alzarsi incerta sui gomiti per guardarsi attorno.
“Ti sei svegliata finalmente! Bentornata tra noi, Ko-Neko–chan!” Esclamò lui
cercando di accoglierla con il tono più gentile possibile.
Ichigo si irrigidì e senza voltarsi iniziò a mormorare: “No… Non è possibile…”
“Non può essere vero…” “Non…”
L’alieno, percependo il tono preoccupato della sua voce, si precipitò davanti a
lei e le sollevò il mento in modo che lo guardasse in faccia. Abbozzò un sorriso
che voleva essere rassicurante. (O_o Ehm… Non ti riesce molto bene, sai? NdMe)
“A me sembri sveglia, non vedo che ci sia di impossibile…” le disse in tono
allegro, per sdrammatizzare.
Wow… Che battuta cretina…
“Kisshu?” Esclamò la rossa con gli occhi sgranati.
“Ah, allora non mi hai dimenticato!” esordì lui.
“Ma che… ma cosa… ma come… perché sei qui????” sillabò Ichigo, sconvolta.
L’alieno si scostò un po’ dal suo viso: “Ovvio! Sono qui per te, dolcezza! Per
la mia micetta sexy!” le disse in modo dolce, scorrendo con gli occhi la sua
figura magrolina ma sinuosa.
Quindi si rizzò in piedi e assunse una posa tragicomica: “Poi c’è stato anche
quel piccolo problema dell’astronave… Lo avevo detto a Pai che era una carretta,
ma sai, lui ci teneva molto… io gli avevo consigliato di farsene dare una nuova
per venire fin qua, ma niente… è cocciuto… così quando siamo partiti abbiamo
fatto meno di 3.000 miliardi di Km che SBAM (Si batté un pugno sul palmo
dell’altra mano) la carretta è morta! Così l’abbiamo riportata sulla Terra per
aggiustarla, ma sai, voi avete una tecnologia un po’ preistorica e non si
trovavano i pezzi, allora Pai…” si interruppe quando si accorse che Ichigo lo
guardava inebetita a bocca aperta, come se non capisse un accidente.
“Kisshu, dove mi hai portato?” domandò quindi lei titubante.
A Kisshu tornò il batticuore. Ora veniva la parte difficile… “Sei già stata in
questo posto, non te ne ricordi? Sì, quando tu e le tue amiche siete venute a
salvare quel vostro robottino peloso…” tergiversò.
“Siamo… in una dimensione aliena?” domandò la ragazza.
“Per la precisione siamo in una dimensione parallela sulla Terra. Il campo
energetico che ho creato fa in modo che nessuno possa vedere noi qua dentro e
che noi non possiamo vedere chi è fuori. Più semplicemente, questa è la mia
stanza e tu sei sdraiata sul mio letto”.
Le disse le ultime parole con un sorrisetto malizioso. Ichigo sembrava molto
meno spaventata di quanto avesse previsto. Sapeva che con la rossa la sua
tattica provocatoria non funzionava un gran ché bene, ma in quel momento la cosa
migliore gli sembrava mantenere quell’atmosfera poco impegnata…
“A-ah…” mormorò Ichigo. Arrossì. Lievemente. Lui si gustò ogni sfumatura di quel
colorito. Aveva fatto centro!
Ma subito dopo la ragazza si affrettò a dire: “Kisshu, ti prego… se mi hai
portato qua per dirmi qualcosa fa in fretta perché a me questo posto non piace,
vorrei tornare a casa e poi ho un appuntamento con Aoyama-kun e non voglio
arrivare di nuovo in rit…”.
A sentire ancora il nome di quel bastardo, il sangue di Kisshu cominciò a
ribollire nelle vene, come se Ichigo gli avesse appena tirato uno schiaffo.
Con uno scatto nervoso i muscoli delle sue braccia asciutte si contrassero,
diventando ben visibili sotto la pelle pallida.
“Sei già in ritardo Ichigo. Sei stata nel mondo dei sogni per almeno un paio
d’ore” la interruppe lui in tono piatto, cercando di trattenere la sua
improvvisa rabbia.
“Comunque non è un problema, sai?” aggiunse.
“Perché dici così??” domandò Ichigo, guardandolo con sospetto.
Kisshu vacillò. Non stava andando niente bene… lo sguardo diffidente della
ragazza lo fece gelare.
Ma perché doveva proprio venirgli in mente quel disgraziato ora? Si domandò
irritato.
Dopo tutto il casino successo… dopo che lui l’aveva quasi uccisa!
Perché sei qui sola con me e il tuo primo pensiero va a quel cretino?
I muscoli, già tirati, cominciarono a scattargli nervosamente.
No, non doveva farsi sopraffare dalla gelosia ora!
Si avvicinò al bellissimo viso della sua gattina: “Perché ormai quell’Aoyama e
quello che pensa non ti riguarda più!” le disse serio.
Come spiegarle cosa desiderava da lei? Come non spaventarla?
“Bambolina, ti ho portato qua per dirti qualcosa di veramente importante” iniziò
Kisshu, un po’ incerto.
“Anche se non volevo ammetterlo, tu mi sei mancata moltissimo in questi giorni.
Ti ho sentito tutto questo tempo come un dolore sordo e costante proprio qui”
così dicendo posò delicatamente la mano sul seno di Ichigo a livello del cuore,
sfiorando la sua pelle rosea e liscia.
“Forse, se fossi partito, sarebbe stato più facile dimenticarti, ma come vedi il
destino è dalla nostra parte e ha voluto farci passare un po’ di tempo insieme”
Molto tempo… pensò Kisshu tra sé e sé…
Ichigo lo fissò negli occhi per un istante, confusa. Poi con un gesto stizzito
spostò la mano che le aveva poggiato sul petto.
“Destino un corno! Sei stato tu a combinare questo casino! Pensavo finalmente
che questa storia fosse finita e che potevo vivere la mia vita tranquillamente
con il mio ragazzo e invece sbuchi di nuovo fuori tu a rovinarmi tutto!”
strillò, con voce malevola.
Poi gli diede uno spintone, con una forza inaspettata. “E stammi lontano!
Maledetto bastardo!” aggiunse, disgustata e rabbiosa.
Kisshu anticipò la mossa giusto in tempo e spostò il peso in avanti,
puntellandosi, per evitare di essere spinto a terra.
La guardò frustrato per una frazione di secondo. Già tante volte Ichigo lo aveva
respinto brutalmente, senza riuscire per questo a farlo demordere, anzi,
rendendo il suo giochino con lei ancora più stuzzicante.
Ma ora quelle parole gli fecero davvero male. Ora non stava più cercando di
divertirsi… maledizione! Lui era serio! Dannatamente serio!
Con uno scatto impulsivo si gettò su Ichigo, stringendole i polsi e sbattendola,
suo malgrado, sul letto.
Non poteva permettere che lo facesse stare così male!
Non era giusto! Non aveva già sofferto abbastanza per lei?
“Non parlarmi così, Ichigo!” sbraitò. “Lo sai che è peggio!” le urlò in faccia.
La ragazza cercò di divincolarsi, tremante. “N-no… lasciami! Mi stai facendo
male!” gemette, con gli occhi sbarrati, pieni di paura e di ostilità.
Ichigo era molto forte. Aveva combattuto parecchie volte come suo avversario e
finora era stata l’unica in grado di metterlo in difficoltà.
Ma ovviamente non si trattava di mera forza fisica, visto che ora lei era lì,
inerme, sotto di lui…
Quello sguardo con cui lo fissava, quello era la sua forza!
Quel muro impenetrabile che aveva eretto verso di lui e non si incrinava né con
le lusinghe, né con le minacce…
Mentre lui… lui era costantemente in balia di quei sentimenti così prepotenti
che provava per lei e non riusciva a controllare…
Sentimenti che gli avevano impedito di agire razionalmente in passato… e che
anche adesso, lo tormentavano… ancora…
“Perché ti diverti a provocarmi così, micetta?” domandò, senza volere in realtà
una risposta.
Ichigo minava la sua sicurezza.
Nel modo peggiore, insidiando l’unica cosa su cui aveva potuto fare affidamento
in tutti quegli anni: sé stesso.
Non glielo avrebbe più permesso… perché lui era più forte…
“Lo sai quanto mi tenti quando strilli in questo modo…” le disse in un sussurro
crudele, gustandosi l’espressione atterrita della ragazza…
Poi le spinse con decisione le braccia sopra la testa e con una mano le premette
i polsi contro il letto per tenerla ferma, mentre con l’altra mano afferrò
saldamente il suo viso…
….quindi la baciò…
Chiuse gli occhi. Era la seconda volta che la baciava, dopo più di un anno.
Avvertì il contatto con le sue labbra morbide e lisce, serrate come una morsa, e
si mise a premerle tra le sue.
Ichigo iniziò a protestare e a lamentarsi, abbastanza da permettergli di
sentire, attraverso di esse, quel suo delizioso sapore riempirgli la bocca.
Non lo aveva dimenticato…
…poteva anche aver cambiato profumo, avere uno sguardo più profondo…
…ma quello era rimasto lo stesso… lo stesso gusto dolce e delicato che lo
turbava tanto…
Per un attimo gli parve che il tempo trascorso dal loro primo ed unico bacio, si
fosse annullato di colpo…
Se quel lungo periodo di sofferenze e lotte non fosse mai esistito…
Tutto sarebbe stato più semplice, come allora…
…sarebbero stati solo lui e la sua gattina…
E forse potevano essere in pace…
La ragazza mugolò qualcosa che sembrava un “Ti prego… smettila!”.
Continuava a gemere e a cercare di divincolarsi, strofinando in modo invitante
la bocca contro la sua…
Di riflesso, prese a morderle quelle labbra piene, per trattenerle, stringendole
delicatamente con i canini appuntiti.
Sentiva una strana sensazione di leggerezza allo stomaco, mentre allentava
inconsapevolmente la stretta ai polsi della ragazza.
Ichigo era meravigliosa… gli bastava sfiorarla per far svanire flebilmente il
resto del mondo attorno a lui…
Avrebbe voluto abbracciarla, non stringerla con violenza…
“Smettila! Smettila!” strillò lei, riuscendo con uno strattone ad interrompere
brutalmente quel contatto e riportandolo alla realtà.
Kisshu si fermò e lentamente si scostò dal suo viso, per guardarla negli occhi.
La sua bambolina stava piangendo.
Stava piangendo, mentre grandi lacrime le rigavano le guance… e finalmente non
riusciva più a sostenere il suo sguardo.
E lui si sentì improvvisamente così svuotato…
Lasciò la presa attorno al suo viso e le passò istintivamente la mano sulla
guancia umida…
Ma non disse nulla.
Con un barlume di fredda lucidità mentale, invece cacciò la mano nella tasca
della ragazza e trovò la spilla che usava per trasformarsi.
“Questa la prendo io…” mormorò piano. Quindi si smaterializzò lasciandola sola.
***
Si rimaterializzò sul tetto del piccolo rudere che aveva scelto come rifugio e
si sedette su una larga trave piatta.
Aveva ancora quel sapore sulle labbra. Chiuse gli occhi, cercando di gustarselo
il più a lungo possibile.
Poi lanciò un’occhiata alla piccola spilla dorata nella sua mano destra.
“Ichigo, tu sei così meravigliosa…” ripeté. “E io…?”
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Kisshu (alza la manina): posso fare una domanda?
Autrice: Prego…
Kisshu: Ce l’avevo lì sul letto, a mia completa disposizione, e mi hai fatto
andare via… ma sei scema?
Autrice: Sono fortemente contraria ad inserire abusi sessuali nella mia FF, per
cui…
Kisshu: Bah… ma non era una R questa?
Autrice: Siamo appena all’inizio… infatti (attacca a ridere sadicamente)
Note:
(*) ADORO le parole di questa canzone! E’ PERFETTA! Peccato che quando l’ascolto
non capisco un tubo e mi viene il mal di testa… non è proprio il mio genere! U_U
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Per il prox capitolo, ci vediamo il prox anno... (ho fatto una ripetizione?) Ciao!!! E buon 2006!!!!!